Quando, dopo le fatiche della Maturità, ci siamo spinti ad affrontare la prova del test di ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia, non potevamo nemmeno lontanamente immaginare quello che avremmo dovuto affrontare da lì ai successivi 7 anni.
A 18 anni credi di sapere esattamente quello che vorrai fare nella tua vita.
A 18 anni hai la convinzione di poter sopportare tutto il peso del mondo.
Pieni di speranze ed entusiasmo affrontiamo quello che per noi è IL Test, senza essere, forse, pienamente consapevoli della sua vera importanza.
Poi, la Gioia: entriamo nel tanto agognato mondo delle matricole; abbiamo finalmente la possibilità di vedere il nostro sogno realizzato: diventare un Medico.
Mancano solo 35 esami alla meta.
Eccoci qua: esami fatti, tutti nei tempi, superati con non poco sacrificio da parte nostra e delle nostre famiglie.
Poi la laurea.
Grande traguardo... ma non basta: ora bisogna abilitarsi alla Professione.
Tre mesi di tirocinio, altro esame, poi, finalmente, Abilitati.
Intanto dalla laurea sono già passati 6 mesi.
Ora però ogni sacrificio sarà finalmente ripagato: potremo lavorare e mettere in pratica ciò che abbiamo appreso dai libri.
E qui inizia un altro calvario: sostituzioni, guardie mediche, turni di 24h in ambulanza... nella maggior parte dei casi sottopagati e sfruttati dagli stessi Colleghi che dovrebbero tutelare i nostri interessi.
"Ci siamo passati tutti... è la gavetta!".
"Io ho fatto di peggio per molto meno".
"Si sa... il sostituto paga pegno".
Ma va bene tutto, perchè a Luglio affronteremo l'ultima (ennesima) prova, quella che deciderà una volta per tutte del nostro futuro: il test di ammissione alle scuole di Specializzazione.
Ma... Sorpresa!
Il Ministero ha deciso che è necessario apportare delle sostanziali modifiche al Concorso.
Beh, lo sappiamo anche noi che andrebbe migliorato... ma è Maggio e aspettiamo che il bando esca da 9 mesi.
Ma che ci importa? Ci hanno promesso una graduatoria unica, macrosedi di concorso, una rivoluzione nelle modalità della prova... finalmente un concorso all'insegna della MERITOCRAZIA!
Sì,
varrà sicuramente la pena aspettare.
È il 28 settembre 2017: giorno di pubblicazione del tanto agognato bando.
Viene pubblicato in Gazzetta alle 23.59. Ahahahah, che burloni al Ministero! Ma d'altra parte è sempre il 28 settembre: hanno mantenuto la promessa.
C'è tutto! Una graduatoria unica (anche se con 3 scelte ex post), nuove modalità di svolgimento e, soprattutto, le tanto agognate MACROSEDI!
Tanta attesa ma le nostre speranze non sono state disattese.
Saremo più del doppio rispetto ai posti a disposizione ad affrontare questa prova, ma finalmente sarà un concorso degno di essere chiamato tale... dobbiamo solo studiare e dare il meglio di noi.
Si aprono le iscrizioni.
Paghiamo.
Carichiamo tutti i documenti.
Si chiudono le iscrizioni.
Sono uscite le sedi d'esame!
Quante!?
Dove!?
Non è possibile.
Ecco l'ennesima beffa: oltre 200 microsedi, aule di grandezza variabile dai 20 ai 200 posti, divise in 14 città. Ancora una volta condizioni di disparità per i candidati che affronteranno la prova.
Mesi di attesa, di ansia, di frustrazione, di prese in giro.
Nessuno a difendere veramente la nostra categoria, quella dei "camici grigi". Quelli ancora senza specializzazione, quelli che servono a tappare i buchi della sanità, quelli che aspettano da almeno 15 mesi di giocarsi la possibilità di un futuro lavorativo, quelli che devono sentirsi dei poveri "nessuno".
La verità, però, è che siamo QUALCUNO, abbiamo delle voci e soprattutto siamo dei PROFESSIONISTI.
Siamo giovani e bruciamo ancora dell'entusiasmo che molti dei nostri colleghi più anziani hanno perso, ma non ci è stata finora data la possibilità di far divampare la nostra fiamma.
Siamo stati messi in attesa, sotto una campana di vetro, ci è stato tolto l'ossigeno e ci stiamo spegnendo.
Perchè continuare in Italia? Nel paese che non ha perso mai occasione di prendersi gioco delle nostre speranze, che ha promesso serietà e trasparenza, equità e meritocrazia, senza poi mantenere queste promesse.
Abbiamo accettato tutto, aspettato e sperato, ma forse è proprio vero che "perchè tutto resti come prima è necessario che tutto cambi".
Tuttavia, nonostante le promesse infrante, le aspettative tradite e la sempre più radicata consapevolezza di un sistema ingiusto e marcio, il mio più grande rammarico deriva da un solo pensiero: quello che, tornando indietro, ai miei 18 anni, consapevole di quale sarebbe stato il mio destino da lì a 7 anni, una volta superato IL Test, forse non rifarei la stessa scelta.
Il 28 novembre è ormai vicino e tutti aspettiamo trepidanti di avere la nostra opportunità.
Ma chiediamo che le regole siano rispettate. E lo chiediamo non solo a chi dovrà far rispettare queste regole, ma anche, e soprattutto, proprio a chi dovrà rispettarle.
Chiediamo che il gioco al massacro finisca e che tutti possano affrontare il concorso in serenità, consapevoli che a vincere sarà finalmente il merito e non la furbizia.
Chiediamo di poter credere ancora nel Nostro Paese e nella nostra Professione, con la speranza di avere un futuro per cui valga davvero la pena aver tanto sudato.
Giulia, un "camice grigio".
STORIA DI UN CAMICE GRIGIO
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